Nonostante alcuni scetticismi, è assodato che i cambiamenti climatici, non solo sono sotto gli occhi di tutti, ma rappresentano soprattutto un campanello d’allarme di una grave crisi ecologica, così profonda che rischia di devastare il nostro pianeta mettendo in pericolo il genere umano.
L’essere umano ha pensato che bastasse sviluppare la tecnologia per essere felice. Con questo obiettivo l’ambiente è stato sfruttato al massimo, utilizzando selvaggiamente ogni risorsa naturale disponibile senza mai fermarsi a riflettere e guardare indietro. Stare fermi, ricordare ciò che si è tralasciato e pensare a delle nuove soluzioni può essere il modo per evitare questa catastrofe ecologica. I rifiuti, gli scarti da cui siamo circondati possono rappresentare proprio la memoria di ciò che abbiamo trascurato. Recuperandola ci ricorderemo anche di pensare da dove viene ogni singolo oggetto che abbiamo. Il nuovo mobile non nasce dal nulla, è fatto di legno prodotto da alberi che lentamente scompaiono, l’ultimo modello di smartphone che assolutamente vogliamo nasce dallo sfruttamento di bambini del Congo che estraggono il coltan utilizzato per le batterie.
Niente è slegato, tanto meno l’essere umano.
A tutto ciò si sta cercando di ricorrere ai ripari: raccolta differenziata, auto elettriche, energia pulita…Ma non è abbastanza. Gianluca Cuozzo, professore di Filosofia teoretica all’Università di Torino, è convinto che bisogna andare oltre e la filosofia può essere proprio la soluzione. In che senso? La filosofia dovrebbe avere il compito di svelare un nuovo linguaggio che abbandoni tutti i concetti legati al consumismo, all’egocentrismo e all’antropocentrismo. Questa nuova lingua dovrebbe far parlare i concetti di collettività, bene comune, generosità. E grazie a questo nuovo linguaggio interiorizzare un nuovo modo di abitare il mondo.
Ed è qui che la filosofia diventa utile…una filosofia che serve, che osa e che traduce il pensiero filosofico in una scommessa etica. Speriamo di vincerla prima che sia troppo tardi.