“Fiabe” e “Addio Biancaneve”, due albi illustrati da collezionare

Addio Biancaneve di Beatrice Alemagna e Fiabe di Quentin Gréban, i due albi illustrati di cui vi scrivo oggi, hanno diversi punti in comune e altrettanti di rottura.

In entrambi i casi gli autori traggono ispirazione dal mondo delle fiabe.

Addio BiancaneveAlemagna riscrive per Topipittori uno dei più conosciuti classici dei fratelli Grimm, Biancaneve. Pagine in cui “riscatta” la complessità di un personaggio, quello della regina-matrigna-strega, che nella versione disneyana risulta appiattito, svuotato di significato e di personalità, mentre in quella originale dei Grimm è condannata da Biancaneve a essere bruciata viva ballando davanti agli invitati del suo matrimonio.

Dalle tavole e dalle parole di Alemagna esce fuori un ritratto intenso e sfaccettato della femminilità e dell’essere donna, dove i confini tra vittima e carnefice alla fine si confondono.

FiabeQuentin Gréban, invece, dopo Mamma e Innamorati infoltisce il catalogo di Terre di mezzo riadattando alcuni dei capolavori di Hans Christian Andersen: Pollicina, La sirenetta e L’usignolo dell’imperatore.
In passato Gréban aveva già pubblicato con White Star un libro che raccoglieva alcune favole dell’autore danese, solo che allora l’albo includeva la storia de L’intrepido soldatino di piombo al posto di Pollicina.

Luce e oscurità

Rimanendo chi più, chi meno fedele ai testi originali, sia Alemagna che Gréban scelgono di non edulcorare i tratti cupi, bui delle fiabe. Un espediente che rende entrambe le opere adatte anche, o “soprattutto” come nel caso di Addio Biancaneve, a un pubblico adulto.
Quel che accade, negli adattamenti di Gréban, è che il sapore talvolta amaro e non consolatorio delle fiabe riesca a legarsi alla dolcezza dei ricordi d’infanzia di chi legge.
È vero, anche qui non vi è sempre lieto fine. La sirenetta si trasforma in schiuma poiché decide di non accoltellare il suo amore, ma quel «C’era una volta» a inizio racconto ha il potere di far sentire accolto chi capita tra le sue pagine, come cullato nel proprio passato.

Fiabe - 1
Fiabe – Quentin Gréban

Un processo che non si verifica con l’opera di Alemagna: il racconto che parte in media res e il cambiamento del punto di vista non lo permettono, non ne lasciano lo spazio.
È la perfida, infeconda regina-matrigna-strega, qui, a narrare in prima persona e il suo ego è troppo smisurato, al pari della sua sofferenza e del suo desiderio di vendetta, perché l’emozione di qualcun altro, fosse anche “solo” quella del lettore o della lettrice, possa palesarsi.
«Io, io, io» pronuncia con potenza la protagonista a inizio racconto. Un “io” che chiude agli altri e non ammette intrusioni.

Addio Biancaneve - 1
Addio Biancaneve – Beatrice Alemagna

Le illustrazioni

Ultimo punto. Entrambi gli albi si distinguono per il formato oversize e per le bellissime illustrazioni. Anche qui, però, siamo catapultati in due mondi opposti.

Nelle tavole di Gréban, che decide di ambientare in Oriente due delle tre fiabe di Andersen, si ritrova il tratto leggero ed elegante dell’autore belga. Acquerelli su delicati schizzi a matita su cui far volare la fantasia di adulti e bambini.

Fiabe - 2
Fiabe – Quentin Gréban

Tinte fosche, tratti irregolari e nervosi, volti privi di espressività, immagini che trasudano di animalesco e istintività, brutali e meravigliose allo stesso tempo in Addio Biancaneve di Alemagna.

Addio Biancaneve - 2
Addio Biancaneve – Beatrice Alemagna

Sottolinea l’autrice in un’intervista rilasciata per il sito di Topipittori:

Avevo un desiderio impellente di dipingere, di non lasciarmi più trasportare da una narrazione precisa, di sfuggire alla mia routine di disegnatrice per scavare nel profondo di me stessa. Per tre anni ho dipinto istintivamente, come un bambino che si tuffava nel suo Io più oscuro. Non ho fatto schizzi preparatori, ho semplicemente preso appunti nella mia testa, costruendo gradualmente il mio universo estetico.

Che altro dire? Due albi illustrati da collezionare.

Beatrice Alemagna
Addio Biancaneve
Topipittori, 2021
pp. 96, 28 euro

Quentin Gréban
Fiabe
Terre di mezzo, 2021
pp. 96, 18 euro

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