Luciano Canfora racconta Tucidide e il colpo di stato

Luciano Canfora racconta Tucidide e il colpo di stato

Luciano Canfora racconta Tucidide e il colpo di statoSe potessi tornare indietro nel tempo e scegliere dove e quando fare un salto nella storia senza ombra di dubbio ritornerei nell’Antica Grecia.

La storia greca mi ha sempre affascinata: partecipare a un’assemblea ad Atene, salire su una nave per un viaggio d’affari, fondare una colonia in Asia Minore, ascoltare Socrate, assistere a una tragedia di Eschilo, entrare in una casa di una famiglia contadina… È infinito l’elenco dei luoghi  da vedere e delle attività a cui assistere. Ma se proprio dovessi scegliere un unico momento della storia dei Greci sicuramente sceglierei i mesi durante i quali Atene è scossa da una profonda crisi politica: il 411 a.C., l’anno del colpo di stato oligarchico.

Siamo durante la guerra del Peloponneso, verso la fase finale del conflitto che condurrà alla sconfitta di Atene e del suo impero. Dopo la disfatta della spedizione  in Sicilia, gli Ateniesi si sentono impotenti, vedono tutto ciò che hanno costruito sgretolarsi e gli oligarchi decidono di prendere il potere con un colpo di stato. Non nascondo che gran parte del fascino che provo per questo evento deriva dalla maestria con cui il grande storico Tucidide racconta i fatti. Tucidide colui che ha scritto il grande racconto della guerra del Peloponneso:

Tucidide d’Atene descrisse la guerra tra Peloponnesi e Ateniesi, come combatterono fra loro. Mise subito mano alla stesura dell’opera, dallo scoppio della guerra, che prevedeva sarebbe stata grave, anzi la più degna di memoria tra le precedenti. Lo deduceva dal fatto che i due popoli vi si apprestavano all’epoca della loro massima potenza e con una preparazione completa osservava inoltre il resto delle genti greche schierarsi con gli uni o con gli altri, chi immediatamente, chi invece meditando di farlo. Fu senza dubbio questo l’evento che sconvolse più a fondo la Grecia e alcuni paesi barbari: si potrebbe dire addirittura che i suoi effetti si estesero alla maggior parte degli uomini. Infatti, sugli avvenimenti che precedettero il conflitto e su quelli ancor più remoti era impossibile raccogliere notizie sicure e chiare, per il troppo distacco di tempo; ma sulla base dei documenti, cui l’indagine più approfondita mi consente di prestar fede, ritengo che non se ne siano verificati di considerevoli, né sotto il profilo militare, né per altri rispetti. per “riportare passo in cui dice di voler cercare le cause». (Tucidide, I,1,1-3)

Tucidide, l’uomo che ha fondato il metodo storico e che ogni professore di storia ha citato almeno una volta a lezione. E con passione uno dei più grandi antichisti del nostro tempo, Luciano Canfora, ci trasporta proprio nei giorni del colpo di stato, facendoci rivivere quei mesi così concitati per Atene. Ma non solo; in Tucidide e il colpo di stato, il professor Canfora indaga l’opera di Tucidide facendoci assaporare, pagina dopo pagina, gli eventi di quei giorni lontani. Frinico, Teramene, Alcibiade, Pisandro… Tanti i protagonisti delle vicende di cui  Canfora scrive, comparando e riflettendo sulle fonti del periodo. Ma quello di Canfora è soprattutto un libro su Tucidide, sulle luci e ombre dell’uomo e dello storico che ci ha regalato un libro importante di cui ancora oggi, quando la guerra ci sembra così vicina, abbiamo un estremo bisogno per analizzare gli eventi e la natura dell’uomo.

E nessuno degli altri cittadini per paura faceva più opposizione, vedendo che i partecipanti alla congiura erano tanti; ma se anche qualcuno si opponeva, subito moriva in un modo opportuno, e non si indagava sui colpevoli né si punivano i sospetti, ma il popolo se ne stava tranquillo ed era così atterrito che chi non subiva alcuna violenza già riteneva di fare un guadagno, anche se era costretto al silenzio. (Tucidide, VIII,66,2)

Sfoglia le prime cinque pagine del libro

L. Canfora, Tucidide e il colpo di stato
Il Mulino, 2031
Pp. 312, euro 16

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