La morte di Giacomo Matteotti ha da sempre rappresentato nell’immaginario collettivo dell’antifascismo italiano il simbolo del sacrificio politico di un uomo in difesa della libertà. Esattamente come i giudici Falcone e Borsellino, anche lui sapeva che era solo una questione di tempo: presto sarebbe stato ucciso proprio da quella violenza fascista che da tempo denunciava a gran voce. La sua morte ha sconvolto l’Italia di allora rendendo palese la svolta dittatoriale di Mussolini, e della sua morte si è sempre discusso molto.
Ma è il percorso politico di Matteotti che invece è rimasto nell’ombra e con questo libro Mirko Grasso ha voluto proprio ripercorrere le tappe principali della vita politica del deputato socialista.
L’oppositore è infatti il racconto avvincente e documentato di Matteotti, delle sue idee, delle sue proposte, dei temi che sentiva particolarmente urgenti. Si scopre così che è proprio nella sua terra, nella sua Polesine in Veneto che Matteotti capisce quanto la politica locale sia importante per indirizzare quella parlamentare. Svolgendo prima il consigliere comunale, poi il sindaco, Matteotti comprende la necessità di analizzare la realtà locale non a compartimenti stagni, ma utilizzando una prospettiva multidisciplinare per trovare la soluzione ai problemi dei lavoratori e delle persone in difficoltà. Ed ecco allora che studia a fondo il bilancio comunale, la statistica, il diritto, le politiche economiche, la demografia, elaborando teorie in grado di dare delle risposte adeguate.
Ma non solo. Comprende prima di tanti altri l’importanza di guardare oltre i confini nazionali alla ricerca di dati, azioni amministrative e nuove teorie da riproporre in Italia adattandole ovviamente alla situazione locale. Matteotti arriverà poi in Parlamento dove cercherà di proporre azioni legislative tenendo a mente i problemi delle realtà locali di cui non si è mai smesso di occupare: l’istruzione elementare, la tutela dei lavoratori, la normativa elettorale per eliminare il voto di scambio, la gestione oculata dei bilanci comunali, la tutela del patrimonio culturale, un sistema giudiziario non repressivo.
Matteotti era un fervente europeista, parlava di Stati Uniti d’Europa, aveva compreso che la punizione della Germania non avrebbe portato la pacificazione ma la guerra, si batteva per una Società delle Nazioni forte, guardava con grande preoccupazione l’emergere dei nazionalismi, aveva smascherato il populismo e la propaganda di Mussolini.
Una vita spesa in nome del socialismo, un socialismo riformista che aveva come unico interesse quello di rendere la società italiana più democratica ed equa.
Il fascismo lo metterà a tacere ma la sua lucida analisi politica non verrà dimenticata. È sempre più attuale infatti la necessità che la politica locale si faccia portavoce delle istanze dei cittadini indirizzando l’attività legislativa. I comuni hanno bisogno di politici onesti, preparati, coraggiosi che sappiano leggere la realtà e tradurre i problemi in norme.
Clicca qui per leggere l’ultimo discorso di Matteotti in Parlamento
L’oppositore
Mirko Grasso
Carocci, 2024
pp. 216, euro 21