Carletto e la straordinarietà dell’ordinario

Carletto è un nome che nella mente richiama il principe dei mostri o il bambino disubbidiente e pasticcione della canzoncina famosa negli anni Ottanta.

Nell’albo di Julien Baer, cantautore francese, illustrato da Magali Le Huche, Carletto è un bambino che fin dalle prime pagine viene percepito e si percepisce come diverso dai suoi coetanei. La contrapposizione tra il mondo dei suoi compagni di scuola e il suo è evidente: niente ville di lusso, né vacanze esotiche, né famiglie con titoli e ruoli prestigiosi nel microcosmo di Carletto. Piuttosto la semplicità quotidiana fatta di ambienti umili e di affetti sinceri. Nulla che desti la curiosità dei suoi compagni, tuttavia. Fin qui sembrerebbe la storia dell’incomunicabilità tra classi sociali, ma l’ironia è più sottile.

Alcuni dettagli curiosi e nomi buffi ci lasciano immaginare che il confine tra realtà e fantasia nelle narrazioni dei bambini sia piuttosto labile: il trapianto di mignolo, il malvivente Burlino e la torre di cartapesta più alta al mondo sono un geniale espediente per ridimensionare la straordinarietà delle vite degli altri.

Quando anche Carletto, fino a quel momento invisibile agli occhi dei suoi compagni, si sente forte della sua straordinarietà, decide di aprire un varco tra il suo mondo e quello dei suoi coetanei. Li invita a fare capolino nel suo mondo e nella fantasia la comunicazione non ha limiti, né confini.

Un albo che aiuta a trovare il coraggio di andare oltre le proprie insicurezze e al di là del sentimento di inadeguatezza di fronte a chi – anche solo apparentemente – è irraggiungibile.

Julien Baer, Magali Le Huche
“Carletto”, edizioni Clichy, 2024
pp. 40, 21 euro

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