Bob Marley e l’estate del 1980 raccontata da Paolo Pasi

L'estate di Bob Marley 1980Jaca Book riedita nella collana “Contastorie” L’estate di Bob Marley 1980 di Paolo Pasi, scrittore e giornalista del Tg3. Il libro esce nell’anno in cui ricorre il quarantennale della morte dell’artista giamaicano, che diventa protagonista anche della nuova copertina. Un anno in cui la musica e i concerti hanno subito una feroce battuta d’arresto.

Milano, stadio di San Siro, 27 giugno 1980. La cadenza in levare di Natural Mystic apre l’ultimo concerto italiano di Marley. L’attesa è dilatata. La folla incandescente. Lo stadio un manto punteggiato di luci. Pasi a quel concerto non c’è mai stato e dal rimpianto di quella assenza nasce il suo racconto. Un romanzo in cui decide di regalarsi una seconda chance. L’occasione per poter dire al mondo «Io ci sono stato», anche a scapito di usare un gioco narrativo già conosciuto (il primo rimando, anche se cinematografico, è al film Sliding Doors di Peter Howitt).

Il suo alter ego letterario è Pietro, scrittore di mezza età che in una notte insonne sviene e si ritrova ventenne nella casa dove ha abitato da ragazzo:

«Sto morendo, aiuto, sto morendo, aiuto… L’attacco fu violento. Gli sembrò di uscire dal proprio corpo. Forse urlò, forse pianse, forse non disse nulla».

Uno scossone. Pietro sente il braccio stringere. Un improbabile faccia a faccia con il fratello maggiore Luca, di nuovo ventitreenne e con un filo di barba. Sarà lui a fargli la proposta che gli permetterà di cambiare la sua vita:

«C’è un biglietto in più per il concerto. Vuoi venire o no?»

Una promessa di futuro

«Anni fa decisi di scrivere questo libro per prendermi una rivincita e superare il rimpianto attraverso la sfida più spudorata  – sottolinea Pasi nella sua introduzione -. Viaggiare nel tempo. Tornare a quel concerto, concedermi una seconda possibilità e ripercorrere un’intera stagione, intensa e drammatica, attraverso l’ispirazione del reggae e le cronache dell’epoca».

Al cinema Kramer contro Kramer. La strage di Bologna e il DC-9 Itavia nelle acqua di Ustica. La vecchia A112 verde oliva. La militanza politica e le manifestazioni. Le notizie dal fronte afghano. L’omicidio di Giorgiana Masi. Il Milan in serie B. L’erba. In tv la sigla di Giochi senza frontiere. Il movimento sindacale, gli scioperi, la Fiat di Torino. L’addio a Piero Ciampi. Il terrorismo. L’amicizia. L’amore. La musica. Le pagine del libro sono ricche di spunti e suggestioni. Istantanee che attraverso le vicende dei personaggi permettono all’autore di fotografare il contesto storico-culturale di quegli anni cogliendone contraddizioni e potenzialità, senza la pretesa di dare spiegazioni o la necessità di uscire dalle “regole compositive” del romanzo (giusto per restare nell’ambito musicale).

Storia e finzione si intrecciano nella scrittura di Paolo Pasi e alla fine del racconto, oggi, a quasi 15 anni dalla prima edizione, gli avvenimenti degli ultimi anni forse ci permettono di sentire più nostra la sensazione che prova Pietro al ritorno dal suo “viaggio”. Per lui è un po’ come «essere tornati in una realtà modificata da un sogno».  Sospensione del tempo. Seconde possibilità. Passione in levare. Vibrazioni positive.

«C’è sempre una possibilità di redenzione, una canzone di libertà. Quella di Marley è una voce senza tempo, sopravvissuta a tante crisi ed emergenze, ai poteri di ieri e di oggi – scrive l’autore -. L’immagine del concerto sembra un richiamo nostalgico nell’era del distanziamento. Centomila persone strette nel catino dello stadio, contagiate unicamente dalla vitalità di un uomo che ipnotizza con il suo ballo. Tutti fusi in una danza in levare. Più che nostalgia, preferisco pensare a una promessa di futuro. Una sfida al tempo. Una terza possibilità».

La storia, quella odierna questa volta, entra a gamba tesa tra le pagine del libro di Pasi, riattualizzandolo. Anche questa, dopo tutto, è un’altra chance.

Paolo Pasi
L’estate di Bob Marley 1980
Jaca Book, 2021
pp. 256, 20 euro

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