Nascere e crescere nell’Atene di Pericle, edito da Carocci, è un libro interamente dedicato all’ infanzia al tempo degli antichi Greci. O meglio ai bambini vissuti ad Atene a cavallo tra il V e il IV secolo, quello di Pericle.
Gli studi sull’ infanzia al tempo dei Greci sono ancora troppo pochi. Le ricerche infatti si sono concentrate prima sull’uomo, poi sulla donna e adesso finalmente sembra essere arrivato il turno del bambino.
Ripercorrendo tutte le età di un fanciullo greco, l’autrice Danielle Jouanna, grecista e storica, chiarisce l’idea dell’educazione degli Ateniesi. Si scopre così che fino a 7 anni i bambini vivevano in casa, prevalentemente accuditi da figure femminili: la mamma, la nutrice, le zie, le nonne. I bambini erano liberi di giocare e di scoprire il mondo. A 7 anni ecco arrivare la scuola. Solo per i maschi però. Le bambine, in questo secolo, erano relegate in casa per imparare a fare le faccende domestiche fino a quando, raggiunta la pubertà, andavano in spose. Solamente dopo, quando ci si accorse che il resto della Grecia mandava anche le femmine a scuola, Atene cercò di riallinearsi.
Ma attenzione: la scuola non era per tutti: solamente i più ricchi potevano permettersi un precettore privato. I ragazzi con pochi mezzi economici imparavano a malapena a leggere e scrivere e poi via a imparare lavori manuali che erano di gran sostegno alla famiglia. E a 18 anni si entrava nell’età adulta.
Il libro è anche un viaggio nell’immaginario stereotipato che abbiamo dell’età Pericle. Epoca in cui ci furono grandi trasformazioni, ma non nel campo dell’educazione che rimase elitaria e maschile.
Nascere e crescere nell’Atene di Pericle è un libro che parla di storia ma non solamente agli addetti ai lavori. Scorre con leggerezza pur essendo un saggio storico di notevole interesse.