Babbo Natale fa gli straordinari, edito da Rizzoli, è il seguito del successo editoriale Il secondo lavoro di Babbo Natale di Michele D’Ignazio, classe 1984.
Finalmente Babbo Natale ha trovato un nuovo lavoro: ora fa il netturbino e ha aperto una cooperativa con la Befana.
Certo la sua vita è cambiata ma cosa può chiedere di più? Adesso vive alla periferia più periferia della città e, oltre agli immancabili abeti, nel suo nuovo giardino ci sono alberi da frutto, un orto con una discreta produzione di barbabietole e arnie per le api.
Il lavoro da netturbino lo rende felice e gli piace: è utile alla collettività, discreto (di notte nessuno può vederlo) e ben equilibrato, il giusto mix tra abitudine e creatività. Durante la settimana recupera rifiuti e la domenica si dedica alle lettere dei bambini, producendo regali eco-sostenibili a partire dal materiale raccolto.
«Raccolta e riuso.
Prendeva una cosa e ne restituiva un’altra, in un ciclo che si ripeteva giorno dopo giorno, settimana dopo settimana».
E poi c’è Bice, che sempre più spesso va a trovarlo nella sua «piccola e adorabile casa, lontana da tutti». Ormai non possono fare l’uno a meno dell’altra.
Sembra andare tutto per il meglio fino a quando Babbo Natale comincia a ricevere alcune misteriose lettere da una bambina di nome Neve. Le sue richieste sono davvero insolite, arrivano dopo Natale e sembrano non venire mai a un dunque.
Neve non chiede giocattoli o libri o vestiti come gli altri suoi coetanei. Neppure desideri immateriali del tipo “più tempo con mamma e papà” o “meno compiti e più giochi all’aria aperta”. Neve scrive cose di questo tipo:
«Caro Babbo Natale
quando mi sveglio la mattina non sento più gli uccellini cinguettare.
E non mi capita da tantissimo tempo di vedere le farfalle che volano tra i fiori.
Vorrei sussurrarti una cosa all’orecchio: ho tanta paura! E se tutti gli animali fossero scappati via?»
E dire che nella cooperativa che Babbo Natale ha fondato con la Befana, in cui è un degno “vice”, anche i sogni che un tempo venivano bollati come “irrealizzabili” ora vengono presi in considerazione. Il motto è “bisogna fare di tutto per rispondere a ogni richiesta” (se pacifica e innocua ovviamente). Con Neve, però, è tutto talmente strano e indecifrabile che Babbo Natale comincia a pensare che si tratti di uno scherzo e inizia a dubitare dell’esistenza stessa della bambina.
Sarà la saggia Bice a convincerlo del contrario e a dargli qualche dritta su come interpretare le richieste della piccola:
«No, caro Natale, le parole sono sincere».
L’ultima lettera in effetti sembrava proprio vera.
Neve diceva di avere paura.
E dietro ogni paura, spesso, c’è un desiderio che rischia di scomparire.
Ma qual era quello di Neve?
A Babbo Natale non resta che scoprirlo con l’aiuto della Befana.
Una storia di Natale originale che dietro a un racconto “leggero” trova lo spazio per accennare a temi ben più complessi: il legame verso la terra e gli animali, il cambiamento climatico, la biodiversità, la fiducia verso gli altri, il desiderio di creare e coltivare affetti solidi e di qualità. Perché dopotutto anche Babbo Natale ha diritto di farsi una famiglia o no?
Piacevolissime le illustrazioni di Sergio Olivetti che movimentano ancora una volta quasi tutte le pagine con tondeggianti, baffuti e onnipresenti Babbo Natale.
Babbo Natale fa gli straordinari è un libro adatto dai 7 anni ma fruibilissimo anche per il pubblico degli Young Adult. Che dire? Non resta che aspettare il terzo episodio. Fiori d’arancio in vista…
Michele D’Ignazio (testi) e Sergio Olivetti (illustrazioni)
Babbo Natale fa gli straordinari
Rizzoli, 2020
pp. 120, 15 euro