Ha attraversato la storia d’Italia con le sue 11 edizioni e 3 milioni di copie vendute sul mercato nazionale il Cucchiaio d’Argento pubblicato da Editoriale Domus.
La storia di un classico
È il 1950. La guerra ha sfiancato animi e corpi. C’è voglia di convivialità, di buon cibo e di ricostruire il paese, in fretta.
L’intuizione dell’opera nasce a Gianni Mazzocchi, pioniere dell’editoria. La sua visione lungimirante gli permette di cavalcare il cambiamento che si sta verificando negli stili di vita degli italiani – comprese le abitudini a tavola – e di intercettare il bisogno di una nuova domanda editoriale.
Scrive Mazzocchi:
Tutto il ritmo della nostra vita è divenuto più serrato, il servizio notevolmente ridotto, non si vuole più perdere molto tempo né in cucina, né a tavola.
Da qui l’idea. Raccogliere in un unico volume «ricette pratiche e talvolta anche raffinate, ma sempre esposte nel modo più semplice». Senza però cadere nell’improvvisazione perché, come recita l’incipit della prima edizione dell’opera:
in cucina non ci può essere improvvisazione. V’è un’arte culinaria basata, come tutte le arti, su misure e proporzioni, sull’equilibrio e la fusione dei diversi elementi.
Un’elegante copertina in tela blu, colore richiamato per l’edizione 2020, un titolo a contrasto e quello che stilizzato diventerà il logo del brand: un cucchiaio d’argento.
Nel nome l’origine del successo
In molti si sono interrogati sul perché del titolo scelto da Mazzocchi.
In Inghilterra si usa l’espressione “born with a silver spoon in one’s mouth” (letteralmente “nato con il cucchiaio d’argento in bocca”) per descrivere una persona fortunata e privilegiata. L’equivalente del nostro “nato con la camicia”. Proverbio quanto mai azzeccato se si considera che la prima edizione de il Cucchiaio d’Argento è subito un successo editoriale con 500 mila copie vendute in pochi mesi e una seconda ristampa alla fine dello stesso anno.
Ma il titolo diventa anche una dichiarazione d’intenti per l’opera: come a dire siamo per tutti (il cucchiaio, oggetto di uso comune) ma ci distinguiamo dalla massa (l’argento, metallo pregiato). Un “marchio di fabbrica” mantenuto negli anni, edizione dopo edizione.
Le copertine di Renato Gruau (1959), Tullio Pericoli (1997) e il cucchiaio stilizzato da Bruno Munari (1986) sono solo alcune “chicche” di questo classico dell’editoria culinaria che ha saputo stare a passo coi tempi, attualizzandosi, senza perdere negli anni autorevolezza e credibilità.
Come in una macchina del tempo, sfogliando le varie edizioni de il Cucchiaio d’Argento si ha una fotografia in movimento della storia della cucina italiana di casa: è cambiata la concezione delle portate e delle porzioni, si sono modificati, e alleggeriti, i condimenti, si sono affinate le tecniche di cottura. E tanti ingredienti nuovi, mutuati anche da tradizioni gastronomiche lontane, hanno ampliato la gamma e l’armonia dei sapori che compongono i nostri piatti.
L’undicesima edizione tra tradizione e modernità
L’undicesima edizione de il Cucchiaio d’Argento esce in un anno che non dimenticheremo facilmente, rinnovata nei testi e nelle fotografie. Sottolinea Tatjana Pauli, responsabile editoriale:
Dalla crisi che abbiamo vissuto sono emersi due grandi valori: la salute e il cibo.
[…] La cucina è diventata un “posto sicuro” e, proprio nel momento di privazione di contatti umani, il cibo ha assunto una dimensione collettiva.
Il ricettario, come sempre, rappresenta il cuore pulsante del volume, con 2 mila preparazioni organizzate per portata o per tipologia. Impossibile elencarle tutte. Possiamo però dirvi che si comincia con un capitolo interamente dedicato a Pane, pizze e prodotti da forno, preparazioni che soprattutto nell’ultimo anno hanno visto un fortissimo incremento tra le produzioni homemade.
I testi delle ricette sono sintetici ma chiari nella loro essenzialità, riportando dosi e porzioni, tempi e procedimento. Per molte, inoltre, sono indicati tre abbinamenti con vini del nord, centro e sud Italia per permettere a chi legge di reperire la bottiglia più vicina alla propria zona.
Non mancano le preparazioni inedite in questa edizione 2020. Sono 210. Spesso prevedono l’utilizzo di ingredienti non tradizionali e di tecniche di cottura di tendenza, capaci di preservare l’integrità dei cibi e di esaltarne sapore e consistenze (bassa temperatura, vaso-cottura, vapore e fermentazione). I più curiosi le potranno scoprire passo dopo passo in alcune pagine dedicate.
Molto utili per i principianti che si avvicinano alla cucina e per chi, già esperto, ha voglia di mettere alla prova le proprie conoscenze sono i due capitoli introduttivi dedicati all’Arte di organizzarsi e alle Preparazioni di base. Pronti a sperimentare tra i fornelli?
Il Cucchiaio d’Argento
Editoriale Domus, 2020
pp. 1320, 49 euro