Con Romina, la mia collega di Libermanet, abbiamo passato giornate intere al Salone internazionale del libro.
Unica certezza l’orario di entrata
Siamo di Torino. Del salone, come visitatrici assidue, abbiamo vissuto mutamenti e passaggi cruciali.
Quando lavoravamo entrambe in una piccola redazione in centro, in via Bligny, a due passi da via Garibaldi, in periodo di salone erano d’obbligo una o più capatine al Lingotto Fiere. Solo che la “capatina” difficilmente si risolveva in meno di mezza giornata.
Dopo qualche ora, quando lo sfinimento sembrava prendere il sopravvento, si cominciava con un traballante «ora andiamo via» e, guarda caso, poco dopo ci accorgevamo di aver dimenticato lo stand di un editore o che iniziava l’incontro con l’autore di cui avevamo letto l’ultimo libro. Il risultato? Irrimediabilmente restavamo bloccate lì.
Fila. Tanta pazienza per recuperare un corroborante caffè e si ricominciava. Insomma, l’unica nostra certezza era l’orario di entrata, su quello di uscita non abbiamo mai riposto grandi speranze.
Certo il “giro” al salone in parte era un obbligo per tenerci aggiornate sulle ultime novità editoriali da proporre su .eco e per prendere contatti da girare in redazione. Ma da appassionate lettrici quali siamo sempre state prima di tutto, per noi, era un gran piacere.
Cosa ci manca
Da quando non lavoriamo più in quella redazione molto è cambiato nelle nostre vite ma non il rapporto con il salone. Sono passati un po’ di anni, adesso c’è Libermanet e l’amore per la lettura continua ad accompagnarci.
La capatina si fa lo stesso solo che ora, invece delle colleghe, ci portiamo dietro la famiglia. Tra tutte e due abbiamo tre bambini, anche loro “golosissimi” di libri.
Non può che mancarci, allora, in questo impensabile 2020 il salone del libro. Così come mancherà a tanti torinesi, a tanti appassionati e professionisti dell’editoria, a tanti turisti che lo “sfruttavano” come occasione per conoscere la nostra bella città.
Ci mancano le pagine sfogliate al Lingotto. Le chiacchierate con il personale agli stand. Ci manca anche il caos del salone (il che è tutto un dire). Per me, totalmente priva di senso dell’orientamento, quest’anno niente cartina alla mano per trovare l’editore che mi interessa al padiglione rosso. E niente zaino in spalla che a fine giornata pesa cinque volte tanto, pieno di libri e cataloghi.
Salto extra, l’edizione straordinaria del Salone del libro
Certo, è solo un momento di passaggio. Speriamo che l’edizione 2021 del Salone internazionale del libro torni alla sua normalità e che questa brutta parentesi si sia conclusa.
Nel frattempo, però, il salone del libro c’è. In un’altra forma ma c’è. E anche quest’anno io e Romina ci faremo una capatina. Ognuna dal divano di casa propria e col pc acceso ma sicuramente ci faremo una capatina.
Niente coda per gli accrediti e per ritirare la cartella stampa. Niente corse alla ricerca di un bagno libero per i bambini. Niente pausa sedute all’aperto per goderci il primo sole di maggio su Torino. Ma anche quest’anno potremo dire di esserci state. E come giornaliste, lettrici, torinesi ne saremo fiere. Perché la cultura, anche in questa pandemia, non si è fermata.
In attesa di tornare nella sua veste abituale, in autunno o non appena sarà possibile causa emergenza Covid-19, il Salone internazionale del libro si presenta con un’edizione straordinaria: Salto extra. L’iniziativa è in programma dal 14 al 17 maggio con numerosi eventi in live streaming a cui partecipano ospiti nazionali e internazionali.
Tutte le info e il programma dettagliato sul sito www.salonelibro.it.