Questo libro è il racconto delle nostre radici più antiche. Radici che hanno circa 6 milioni di anni, un tempo infinitamente corto se paragonato alla storia del nostro pianeta, ma per noi esseri umani così lungo.
Umani da sei milioni di anni ripercorre infatti l’evoluzione del genere Homo attraverso una panoramica dettagliata delle più recenti analisi di fossili e di DNA. D’altronde la ricerca scientifica che si dedica a quella che noi chiamiamo genericamente era preistorica sta facendo passi da gigante e sta restituendo a tutti noi una storia sempre più dettagliata e complessa delle nostre origini.
Adesso per esempio siamo certi che l’uomo si è evolutivamente differenziato dagli scimpanzé solo 6 milioni di anni fa e sappiamo anche che proprio con gli scimpanzé, la nostra specie sorella, abbiamo in comune ben il 98,5 per cento del genoma; il che vuol dire anche che gli scimpanzé sono più simili agli uomini che ai gorilla.
Anche la ricerca sui fossili non è da meno. Fino a qualche tempo fa nei libri scolastici di storia non esisteva per esempio l’Homo ergaster o l’Australopithecus sediba ma negli ultimi anni la ricerca è andata avanti, una ricerca che sta restituendo sempre più reperti grazie ai quali è possibile fare raffronti sempre più raffinati e capire meglio le differenze tra le varie specie di ominidi, sia dal punto di vista fisico ma soprattutto culturale.
Un ricco volume quindi che vuole fornire una panoramica esaustiva delle ultime ricerche scrivendo una volta per tutte la parola fine alla distinzione in razze dell’ Homo sapiens. D’altronde “La razza è un concetto sociale non scientifico“, così ha dichiarato il biologo molecolare Craig Venter , uno dei padri del progetto di mappatura del genoma umano.
Umani da sei milioni di anni
G. Biondi, O. Rickards
Carocci 2024 (Quarta edizione)
Pp. 294, euro 22
