Giosuè non ha avuto dubbi quando alla domanda: “chi ti piacerebbe intervistare?” ha risposto: l’astronauta Umberto Guidoni. Giosuè infatti, tra le sue passioni, ha anche quella dello spazio: stelle, pianeti, galassie… Tutto ciò che ha a che fare con l’universo lo incuriosisce. E nella sua libreria i volumi di Umberto Guidoni non potevano mancare. Ecco qui allora la Baby-intervista di Giosuè. Ringraziamo l’astronauta Guidoni per la sua disponibilità e un particolare ringraziamento va a Marilisa di Editoriale scienza che ha accolto la nostra proposta.
Cosa provi quando parti con il razzo? Hai paura?
Salire sullo Space Shuttle è il coronamento di un sogno. C’è grande emozione ma non si prova paura perché, dopo anni di addestramento ci si sente pronti ad andare nello spazio. Forse l’unica preoccupazione è che un guasto, anche piccolo, possa far rinviare il lancio atteso così a lungo.
Come si respira nei caschi spaziali?
Bisogna imparare a respirare con il casco chiuso e per questo si fanno diverse prove durante l’addestramento. All’inizio si ha qualche difficoltà, un po’ come respirare con la mascherina in quest’ anno di pandemia, ma poi ci si abitua.
La tuta spaziale tiene caldo e la indossate sempre quando siete nella stazione spaziale?
Fa piuttosto caldo nella tuta e infatti all’interno ci sono tubicini dove circola acqua per raffreddare gli astronauti. In realtà, la tuta arancione si indossa solo durante il lancio e il rientro sulla Terra, per poter affrontare eventuali situazioni di emergenza. Quando si è a bordo della Stazione Spaziale Internazionale detta anche ISS (dall’inglese International Space Station) si usano abiti normali come sulla Terra.
Come è fatta la stazione spaziale internazionale?
Quando cominci ad avvicinarti, per l’aggancio in orbita, la ISS appare come una grande farfalla. Le ali arancioni sono i pannelli solari che producono l’elettricità per farla
funzionare e il corpo argentato è composto di moduli cilindrici, attaccati uno dopo l’altro, che sono gli ambienti pressurizzati dove vivono gli astronauti.
Che cosa mangiavi quando eri nello spazio?
Nello spazio non si può cucinare perché tutto galleggia e non puoi mettere l’acqua nella pentola né, tantomeno, gli spaghetti nell’acqua. Gran parte del cibo è disidratato e
impacchettato sotto vuoto in porzioni singole, poi c’è cibo in scatola e, solo quando arrivano i rifornimenti da terra, verdura e frutta fresca. Io ho portato il parmigiano che è
andato a ruba!
Che esperimenti hai fatto quando sei andato in missione?
Sulla ISS ci sono tre laboratori per fare ricerche di ogni tipo. L’elemento che li rende così diversi da quelli terrestri è che in orbita non si sente l’effetto del peso e si possono
condurre esperimenti che non si possono fare sulla Terra. In particolare, nella mia prima missione ho fatto un esperimento che utilizzava un piccolo satellite collegato allo Space
Shuttle con un lungo filo, una specie di aquilone spaziale che poteva produrre elettricità nello spazio.
Che cosa si vede dalla stazione Spaziale internazionale? E quanto è buio lo spazio?
Durante un’orbita si sorvolano tutti i continenti della Terra (meno l’Antartide). Ci vogliono circa novanta minuti per fare un giro e per metà c’è il sole mentre per l’altra metà è notte. Di giorno si possono ammirare i ghiacciai, le acque blu degli oceani, le sabbie dei deserti e il verde intenso delle foreste del Sud America. Quello che colpisce è che lo spazio intorno è nero anche quando brilla il sole.
Sei mai stato fuori dalla stazione spaziale? Se sì che cosa hai provato?
Non sono mai stato fuori della stazione spaziale ma ho aiutato i due compagni di equipaggio che sono usciti per quella che chiamiamo passeggiata spaziale o EVA (Extra-Vehicular Activity). Dalle loro parole ho capito che è un’esperienza indimenticabile.
Quando sei nello spazio la luna la vedi più grande rispetto a quando sei sulla terra?
La ISS orbita ad appena 400 chilometri dalla superficie terrestre, circa la distanza tra Roma e Bologna, poca cosa rispetto alla distanza del nostro satellite che è quasi mille
volte maggiore. Per questo la Luna appare praticamente identica a come la vediamo da terra, ma la differenza è che la guardiamo sorgere e tramontare dietro la curvatura del
nostro pianeta.
Umberto Guidoni è stato il primo astronauta europeo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nasce a Roma il 18 agosto 1954. Dopo il liceo classico si laurea in fisica all’università La Sapienza di Roma, conseguendo poi il dottorato in astrofisica. Effettua il suo primo volo spaziale nel febbraio 1996 a bordo del Columbia per poi tornare di nuovo nello spazio nell’aprile del 2001. Dopo aver percorso 186 orbite, 8 milioni di chilometri, in 285 ore e 30 minuti torna a casa, riceve un’altra medaglia dalla Nasa ed è nominato “Grande Ufficiale della Repubblica” dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Oltre ai libri pubblicati con Editoriale Scienza, ha scritto: Il Giro del Mondo in 80 Minuti (1998, 2002), Un Passo Fuori (2006), Idee per diventare Astronauta (2006)
Per preparare la baby-intervista Giosuè ha letto: