Un inno all’anticorformismo a misura di bambino. “La valigia rosa” A? proprio questo.
Una valigia rosa accuratamente scelta come ragalo di nascita per Beniamino dalla sua eccentrica nonna paterna. Non poteva non saltare all’occhio nel mucchio di peluche, tutine, macchinine a�� “tutti regali per la nascita perfetti e utili”- che avevano scomodato amici nella corsa al dono piA? bello.
Dunque quella valigia a�� vuota a�� di “un rosa da urlo che dice guardami” che dai piA? era stata salutata con imbarazzo o ribattezzata dalla mamma “cosa mostruosa” suscitA? invece la curiositA� del piccolo, che non appena cominciA? a gattonare andA? a cercarla nell’armadio dove era stata riposta fin dal primo giorno.
La valigia era “della sua misura”: adorava entrarci dentro per mettersi a dormire perchA� gli sembrava di tornare nella pancia della mamma. Poi crescendo la incorporA? come elemento dei suoi giochi di fantasia e fu di volta in volta garage per i suoi camion, pista di atterraggio per i suoi aeroplanini, tavola per i suoi piattini, tam-tam africano. E fu la sua stampella quando si sollevA? per imparare a camminare. E poi divenne la sua immancabile e fedele compagna di viaggio. E anche la sua cartella a�� dalle scuole elementari fino all’universitA�. Decise di ignorare gli scherni dei compagni: “non cercava di assomigliare a tutti gli altri, di essere invisibile”.
Avere una valigia rosa permise a Beniamino di crescere come un bimbo libero, sicuro e pieno di iniziativa.
Susie Morgensten riesce ancora una volta a�� complici le illustrazioni grafiche e incisive di Serge Bloch e il suo tratto pulito e brillante a�� a esplorare con delicatezza e senso dell’umorismo il tema dell’accettazione tra i pari e nella societA� con un invito ad abbandonare schemi preconfezionati e stereotipi di genere in nome di un universale bisogno di assecondare i propri desideri.
Susie Morgenstern, Serge Bloch
La valigia rosa
Edizioni Clichy 2017
pag. 48, 17 euro